… il mio cuore è tranquillo e pieno di gioia, solo lì mi sento davvero a casa.

Urusvati è un luogo a me molto caro, è in Umbria, anche se abito in Svizzera.
Ogni estate vado in questo enorme centro umbro per ragazzi; dove sto una settimana con i miei amici senza genitori.
In macchina per arrivarci faccio più di sette ore di viaggio. Mentre percorro la strada costeggiata da alberi ma sempre solitaria, mi accorgo di un fatto molto curioso: il mio cuore è tranquillo e pieno di gioia, solo lì mi sento davvero a casa. Quando guardo fuori dal finestrino, che puntualmente è abbassato, appena percepisco il profumo di alberi, che espirano vita piena di tranquillità, mi rallegro moltissimo.
Appena arrivata in questo meraviglioso luogo, immenso, traboccante di alberi, fiori, erbe aromatiche, rivedo i miei vecchi amici e compagni di pazzie che camminano sul selciato, così senza neanche aiutare mia mamma a togliere la valigia dalla macchina inizio a correre per andare ad abbracciare i miei amici. Lucrezia la più piccola appena mi vede mi salta in braccio, poi arrivano anche Isabella, Rebecca, Giorgia, Zoe e la più dolce Ami, che riescono a farmi cadere dai moltissimi abbracci e baci. Mentre cammino insieme a loro rivedo tutti gli alberi, le piante, i fiori e il tavolo da ping-pong. Poi cerco il mio albero preferito, è un albero di quercia secolare, smisurato, pieno di foglie e rami con un tronco grande e possente come un palazzo di New York. Appena visto, tutti ci fiondiamo sopra l’albero per arrampicarci facendo a gara a chi arriva più in alto. Dopodiché aiuto mia mamma a portare la valigia nella mia camera, insieme ai pacchi di merendine e dolci.
Nell’aria sento profumo di dolce al cioccolato, si il famoso ciambellone al cioccolato di Stefania, una delle nostre quattro capigruppo, che lo prepara sempre per il nostro arrivo. Come di consueto scocco un bacio alla mamma e corro in palestra con i miei amici, già dalla prima occhiata al posto e ai compagni ho capito che quello era il posto dove mi sarei rifugiata quando stavo male, perché solo lì non ho pensieri, penso solo a divertirmi, poi sono sempre in buon compagnia. Finito di giocare ci avviamo in cucina per mangiare il buonissimo ciambellone al cacao.
Terminato di gustare il dolce, giochiamo fuori fino a sera, poi per avvisarci che la cena è pronta uno dei capigruppo suona il gong cinese, grande come una fontana circolare appesa al muro, così tutti corriamo ad apparecchiare, e col fiatone a mangiare.
La prima sera è già tutto pronto, perché altrimenti avremmo dovuto cucinare che per noi significa gara di gavettoni solo con l’acqua. Al campo ci sono i turni per cucinare, apparecchiare, fare la lavastoviglie e asciugare pentole, posate, piatti e bicchieri.
La sera, prima di andare a dormire, ci sediamo in una piccola stanza con coperte e cuscini, poi prendiamo un filo di lana e ognuno dedica un momento speciale ad una persona altrettanto speciale dicendone anche il motivo, alla fine creiamo forme strane lanciando il filo in ogni parte della stanza.
La notte è un momento magico, perché diventa una gara con tanto di punti di storie di paura, barzellette e, il momento più bello: la gara di cuscini, naturalmente senza far rumore! Insomma tutto questo per una settimana!
Io ho capito che quello sarebbe stato il mio posto perché lì ho lasciato il ricordo più bello della mia vita, che tutte le ragazze prima o poi hanno, quello di crescere e poi di sbocciare. Finita la bellissima ed intensa settimana un po’ mi rattristo, ma mi rallegro subito pensando alla bellissima settimana trascorsa.

VIRGINIA 2007   15.5.2019)

In questo tema, Virginia – una ragazzina di 12 anni – descrive con vitalità la sua esperienza a Urusvati. Confesso che come educatore sono commossa sia per la generosità del padre della fanciulla che ci ringrazia attraverso l’affidamento di questo tema sia per la bella spontaneità di Virginia e per la sua abilità nel farci veder in immagini ciò che ha provato e sentito.

Grazie dunque alla nostra Virginia della Svizzera e grazie anche alla sua insegnante, che colta la passionalità dell’alunna e apprezzato il contenuto, gratifica l’operato con il massimo dei voti. Ottimo questo educatore insegnante che pur sottolineando la pertinenza, la sintassi e la grammatica mette in evidenza l’atmosfera esuberante che ha soffuso il lavoro.

Nadia

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