Una serie di 242 esperimenti per provare a comprendere i meccanismi della telepatia. Dai risultati emerge che la trasmissione di informazione mente-mente è totalmente possibile.

La prima cosa a cui si pensa quando il termine telepatia viene tirato in ballo è qualche roba che usano quelli con le spade laser di Star Wars o una razza aliena super evoluta che non ha più bisogno della parola e si comunica direttamente in testa. Pura fantascienza.

Ma se non fosse così? Se noi stessi fossimo in grado di usarla esattamente come dei supereroi?

Il gruppo di ricercatori guidati da Hartmut Müller ha eseguito nel corso di 4 anni, dal 2016 al 2020, una serie di 242 esperimenti per provare a comprendere i meccanismi di questo affascinante fenomeno. I risultati sono stati sbalorditivi. Con un tasso di successo complessivo del 72%, il team è riuscito a dimostrare che la trasmissione di informazione mente-mente è totalmente possibile.

La stessa tecnica moderna si sta muovendo in questa direzione, con l’implementazione di chip in grado di svolgere funzioni simili, ma qui parliamo di un sistema decisamente più etico: le persone coinvolte nell’esperimento hanno tra loro rapporti di fiducia e rispetto reciproco non che essere assidui meditatori, quindi in grado di contattare una parte più intima di sé stessi.

Non sono sicuramente i primi ad interessarsi riguardo la telepatia, ma i presupposti usati sono stati la chiave di volta per la buona riuscita dei loro esperimenti. Nel loro modello i numeri hanno una natura cosmo-genica e non locale, “In questo contesto tutti gli elettroni e protoni sono identici perché c’è probabilmente solo un elettrone e solo un protone che si può materializzare ovunque. Allo stesso modo c’è solo un numero e = 2.71828 … e solo un numero π = 3.14159 … che può materializzarsi sempre e ovunque […]”, dice Hartmut, “Secondo questo approccio, la telepatia è l’accesso a un pool cosmico di informazione. Grazie alla non località di questo pool, ogni soggetto in comunicazione telepatica può ottenere le informazioni richieste. Qualunque processo e qualunque evento aggiornano il pool di informazione automaticamente. Nessun mittente è necessario. Accedendo telepaticamente al pool, il soggetto A cerca le informazioni connesse al soggetto B. []” e ciò renderebbe potenzialmente accessibile a chiunque l’accesso.

Siamo forse giunti ad una nuova era della comunicazione?

Leggi l’articolo del Gruppo autore della ricerca

Leili Khosravi, Renata Angeli, Roberta Baccara, Rose Line Hofmann, Simona Muratori, Olga Nastasi, Giuliana Papa, Francesca Santoni, Claudio Venegoni, Francesco Zanellati, Hartmut Muller.