Avvicinamento implica relazione perché per avvicinarmi devo essere in un percorso che da un punto va verso ad un altro, dunque devo avere cognizione dell’altro e volerlo raggiungere.

Allora oggi parliamo di stelle.

Quale migliore e più intensa esperienza di Avvicinamento Spirituale che tendere alle stelle, quei punti di Luce che rendono poetiche le notti estive e misteriosamente fonde quelle invernali?

Cominciamo col dire che perché ci sia qualunque relazione, dobbiamo volerla, anche le più semplici e banali. Per esempio il vicino di casa: possiamo ignorarlo ed è come se non esistesse, oppure possiamo scambiarci saluti e gentilezze, possiamo disinteressarcene completamente o ricordarci del compleanno del suo bambino o della morte dei suoi genitori… e in questo modo renderlo “vivente” per noi e parimenti renderci vivi per lui.

Volere la relazione è il primo passo, ma nel caso su cui vogliamo focalizzarci oggi, dobbiamo anche crederla possibile.

Si tratta sempre di mettere a tacere la mente concreta e di allargare creativamente i confini del possibile.

Abbiamo detto tante volte che la Vita è Una, perché non accettare che fra le sue infinite forme ci sia possibilità di relazione concreta? Posso avere relazione biunivoca con un cane, un gatto, un canarino e chiunque ne abbia avuti può testimoniarlo. Posso averla anche con le piante; un campo che appare più insensato e illusorio alla mente concreta, eppure è così. Le piante reagiscono al clima e non solo a quello meteo, anche allo psichico, rispondono adeguatamente e sanno anche fare doni. E questo pure è testimoniato da chi si è preso la briga di cercare la relazione, per sensibilità personale o per ricerca scientifica, che poi sono due facce di un unico movente.

E arriviamo alle stelle.

Stiamo in silenzio a contemplare la volta celeste, nel refrigerio della brezza estiva o ben imbacuccati nelle notti invernali. Non dobbiamo fare niente altro, solo stare in silenzio. Forse -magari non subito- qualcuna attirerà la nostra attenzione… per luminosità? per colore? o?…

Instauriamo un dialogo muto con quella Vita, empatizziamola, cerchiamo la relazione senza proiettare nulla di ciò che sappiamo di astronomia o di astrologia. Apriamo il nostro cuore alla sua storia senza pretendere di conoscerla; e basta.

Se ci sembra assurdo lasciamo perdere.

Se ci piace ripetiamolo quando è possibile, senza aspettarci nulla, anche se poi qualcosa accade.

Forse quella che ha chiamato la nostra attenzione non è una stella, è un pianeta… Non diciamo sempre che la Terra è la nostra casa? perché non considerare quel pianeta un vicino di casa cui riservare gentilezze e attenzione?

Per me questo è Avvicinamento Spirituale e produce effetti anche in “orizzontale”: è ovvio, perché allungando il raggio in una direzione si allarga tutta la sfera della coscienza (la ricerca di un contatto spirituale può essere considerata un’elevazione verticale, mentre possiamo definire orizzontali le nostre relazioni ed esperienze del quotidiano). Così la relazione diventa diversa anche con piante, animali e esseri umani sconosciuti: con l’intenzione si rende attiva una realtà, silente, ma ugualmente vera, anche se non manifesta per chi non la cerca.

Disse Eraclito:

“Se non si cerca l’impossibile, non lo si troverà”

Proficuo Bimestre a tutti.


Articolo a cura di Mariagrazia G. Sassi

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