C’è una frase negli insegnamenti spirituali che descrive in modo potente ma sintetico il periodo in cui stiamo ora entrando: il periodo dell’era dell’Acquario unito all’afflusso di una nuova energia, l’energia del settimo raggio dell’Ordine Cerimoniale e della Magia.

La frase afferma che: “Quando il sole avanza nella dimora dell’uomo che serve, la via della vita prende il posto della via del lavoro “.

È una frase molto semplice. “Quando il sole avanza nella dimora dell’uomo che serve” si riferisce al fatto che quando il sole avanza nel segno dell’Acquario, che è il segno del servitore, la via dell’uomo che porta la brocca dell’acqua e versa le acque vivificanti diventerà la via seguita da molti.

Quando avanza in questa dimora – che astrologicamente definiamo “casa” – il sole entra nell’undicesima casa, quella archetipicamente correlata all’Acquario, la casa dell’attività di gruppo. Il brano afferma, quindi, che quando entriamo in Acquario, la via della vita prenderà il posto della via del lavoro.

L’era dell’Acquario sarà quindi essenzialmente correlata alla “vita” stessa, a ciò che sta alla base e unifica tutte le cose e che si riversa su tutto e tutti.

La “vita” indica la coscienza dell’iniziato che, grazie al processo evolutivo, permette  a un buon numero di esseri umani di  superare le complessità del sentiero del discepolato e di entrare nella semplicità del passo successivo: un livello di coscienza che ha come base l’essenzialità.

Allora il sentiero diventerà chiaro e non vedremo più “attraverso un vetro, oscuramente”, intrappolati nella natura insidiosa degli annebbiamenti e delle illusioni che condizionano la vita nei tre mondi: i piani di coscienza mentale, emozionale ed eterico/fisico. Ci sposteremo invece in quella consapevolezza espansa che percepisce ed è la vita stessa, la vita che pulsa in ogni cosa. Ogni aspetto della vita finirà per essere compreso come un veicolo per l’espressione della divinità interiore.

La saggezza antica insegna che la divinità dimora velata all’interno di una molteplicità di forme e che è proprio all’interno della semplicità delle forme che la divinità sarà rivelata. Da qui viene la necessità di penetrare, in mezzo al disordine della vita contemporanea con le sue distrazioni, al di sotto di quella frammentazione superficiale e di riconoscere la divinità che è alla base di ogni cosa.

Quando riconosciamo veramente la divinità che è in ogni cosa, diventiamo la via della vita in vera unione con la nostra divinità essenziale.

di Kathy Newburn

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