Sia l’arte che la coscienza sono temi amplissimi: pensarli uniti significa pensare all’intersezione virtuosa tra due universi dai significati fluttuanti attraverso i secoli e le visioni del mondo. Non è quindi possibile essere esaustivi con le definizioni in questo contesto, ma è bello notare come l’etimologia di Arte derivi dalla radice ariana ar, che in sanscrito ha il significato letterale di “andare verso” – un significato dinamico! – mentre la parola coscienza derivi dal latino cum-scire (sapere insieme) e contenga al suo interno anche la parola “Scienza”.

In senso figurato l’Arte, a braccetto della Co-Scienza, si dirige verso orizzonti notevoli e verso un campo di significato più vasto di quello che le è tradizionalmente associato.

Quando l’Arte entra nel campo della coscienza va infatti liberata dalla sua identificazione univoca con le Belle Arti. Non si tratta certo di ripudiare o sminuire le arti, ma solo di intravedere che l’Arte si estende oltre alle pur elevatissime forme di espressione che ha avuto in passato – e di cui possiamo ancora nutrirci – verso un orizzonte di possibile manifestazione infinito. Questo vasto campo contiene anche i capolavori senza tempo di cui gli artisti ci hanno fatto dono in molte forme, ma tende verso potenzialità latenti e ancora ignote che attendono espressione, incluse le grandi possibilità di sintesi offerte dall’Arte della vita e dall’Arte di vivere.

L’Arte infatti – come ogni lampo di vera creatività – attinge a quel serbatoio già identificato da Platone nel mondo delle idee, che può essere contattato dal livello “Supercosciente” (secondo il vocabolario della psicosintesi). Se c’è un progetto nella mente dei grandi esseri che ci guidano è in realtà compito di ogni intuitivo coglierlo e portarlo in espressione attraverso qualsiasi mezzo a disposizione che lo renda il più possibile intellegibile. In questa accezione è affascinante pensare che non solo ogni pennellata ma anche ogni azione, ogni pensiero e ogni vibrazione può diventare testimonianza e Arte immortale nell’alveo della Vita.

Questa visione dell’arte come processo di svelamento la avvicina anche alla scienza e a ogni campo di ricerca in ambito culturale, indipendentemente dalle diverse manifestazioni formali. “Arte, religione e scienza sono interconnesse e unificate in un campo comune di ricerca e di sperimentazione, indipendentemente dalla forma espressiva scelta.” (Cit.- Sergio Bartoli, Arte e Coscienza)

Visto da questa prospettiva espansa, l’Artista “trascrive” la sua intuizione per renderla manifesta e tangibile attraverso i mezzi espressivi dell’arte. Dopo l’intuizione – raccolta dalla mente e compresa con il cuore – spesso occorre un periodo di gestazione, che precede la ricerca di una forma che possa rappresentarla. Questo processo implica coraggio e innovazione e insieme a questi – nel caso di un’arte già codificata – le competenze tecniche necessarie a una libera espressione nella materia.

Sta proprio a ogni coscienza innovativa, “illuminata” dal contatto con il supercosciente e orientata ai valori del Bello, del Vero e dell’Armonia trovare nuovi sentieri adatti a rappresentare il “quid”, la visione che riesce a contattare, in linguaggi comprensibili a più persone possibili. Un aspetto importante dell’arte infatti è la sua trasmissibilità e il suo influsso ad ampio raggio. L’esempio dei capolavori immortali testimonia l’attrazione magnetica e irresistibile verso di essi: si creano spesso veri pellegrinaggi quando folle di persone si dirigono verso quella che più o meno consapevolmente viene avvertita come una fonte a cui dissetarsi.

Un altro aspetto importante del “nuovo” nell’arte (e in qualunque ambito culturale) è che, nutrendosi delle grandi energie sistemiche con una direzione evolutiva, non può semplicemente “rimodernare il vecchio”; deve necessariamente trovare nuove vie di espressione per vestire le intuizioni ricevute con suoni, colori e vibrazioni che creino le forme più adatte.

Per imboccare questo sentiero i pregiudizi vanno necessariamente messi da parte, in modo da dare spazio alla libera volontà di ricerca. Si tratta di mettere in pratica una sorta di principio della relatività e del fluire in una continua metamorfosi, consapevoli che siamo in un eterno divenire, e che i riferimenti sono transitori, così come le forme, destinate a cambiare con le sempre crescenti comprensioni della nostra coscienza. Questo vale per la vita in generale ed egualmente o ancora di più per l’espressione artistica, che può portare dal cosmo semi e visioni di mondi ancora sconosciuti.

Il Manifesto dell’Arte

Questo approccio verso l’arte è da sempre presente nella nostra comunità. Recentemente è stato presentato un “Manifesto dell’Arte” che esprime un condensato di questi principi.

Il manifesto è il frutto di un lavoro di gruppo che dal 2012 si è concretizzato in un “Manifesto” e che, attraverso diverse revisioni e apporti, ha assunto la forma odierna.

Il Manifesto dell’Arte è stato esplorato nella giornata dell’arte grazie a esperienze collettive guidate da un gruppo di artisti. Questa giornata ha segnato insieme l’affermazione di un’intenzione di lavorare con l’Arte – con un preciso approccio verso la ricerca artistica – e l’inizio di questo lavoro attraverso l’esperienza.

Ecco il “Manifesto”. Anche questo testo è in un certo senso un’opera d’Arte collettiva, perché espressione delle intuizioni del gruppo che ha lavorato nel tempo e anche un’ipotesi di lavoro per gli anni a venire.

Manifesto dell'Arte

Manifesto dell'Arte - 2023

Silvia Scali


  • Questo articolo ha come fonte principale il testo ”Arte e Coscienza”, di Sergio Bartoli.
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