Ricordate il Progetto Adotta un Ulivo – Rigenera la Terra? Molti di noi vi hanno partecipato, cogliendo così l’occasione di diventare co-protagonisti del rinnovato processo di sviluppo di retti rapporti tra Uomo e Natura, avviato in Comunità.

Ad un mese dalla chiusura del primo step, abbiamo chiesto a Fiorenza Bortolotti, responsabile dell’Area Natura e Paesaggio, lo stato dell’arte del progetto e i risultati ottenuti.

Come è stata la risposta  dei soci e degli amici della Comunità al progetto pilota “Adotta un Ulivo – Rigenera la Terra”?

Molto molto sentita e positiva perché, al di là delle tante adesioni che ci sono state, il progetto in sé ha destato grande interesse. Rispetto ai tanti progetti aziendali che ci sono ora in giro e che ti propongono l’adozione di alberi a scopo commerciale, il nostro progetto è legato alla salvaguardia e guarigione dell’ambiente. Noi abbiamo fatto un budget, calcolato quanto costa rigenerare un ulivo e la terra per un periodo minimo di 3 oppure di 5 anni e creato quindi una proposta complessiva, olistica, che mira alla rigenerazione della terra, che è, tra l’altro, un impegno che la Comunità sta prendendo, impegno di lunga durata e non solo sugli ulivi.

Molte adozioni sono state di gruppo: tre-quattro persone si sono unite spontaneamente e questo ci ha un po’ confermato nel nostro metodo di lavoro, che è un lavoro di gruppo. Ci sono state inoltre persone singole che hanno adottato più ulivi, per cui possiamo dire che anche in questo caso si è riproposta ancora la logica dell’attività di gruppo!

E’ stata anche molto apprezzata l’iniziativa di abbinare ogni ulivo ad una qualità – o Angelo –  che accompagnerà l’Ulivo e chi lo ha adottato in questi anni di rigenerazione.

Qual è  l’impegno della Comunità nell’ambito dell’agricoltura olistica e com’è nato?

La comunità ha iniziato due anni fa un progetto di Permacultura. La Permacultura è una visione che si è affermata in Australia 40-50 anni fa ed è una risposta intelligente, scientifica e saggia al cambiamento climatico, all’inaridimento e desertificazioe del suolo. Non più un’agricoltura intensiva e temporanea (coltivazioni a rotazione) ma una coltura – e cultura- che mira a rendere permanente la cura della terra, del regno minerale, vegetale ed animale. Secondo le regole della Permacultura, il primo passo è osservare, per cui in Comunità il primo anno è stato solamente di osservazione. La Permacultura io la chiamo la “Psicosintesi della terra”, perché nel motto della psicosintesi si parte dal “conoscere” e la Permacultura fa la stessa cosa. La Comunità si è avvicinata a questa visione e ha aggiunto degli strumenti nuovi, come ad esempio quello che viene chiamato CSA, che vuol dire Community sustained Agricolture. Su questa teoria nata in America, si sono formati molti gruppi anche in Italia. CSA significa che le persone che sostengono una determinata coltivazione, un orto ad esempio, si assumono insieme al coltivatore i rischi che non rendono mai certi i raccolti: grandinate, infestazioni di parassiti, malattie varie, siccità… La Comunità ha iniziato con l’orto a Valle del Sole ed ora continua con questo uliveto di San Michele, che viene ora  chiamato l’Uliveto del Dono.

Chi si occuperà concretamente di questo lavoro di rigenerazione della terra?

Dal punto di vista tecnico-scientifico abbiamo il nostro team di Permacultura, 4 persone coordinate dall’agronomo Fabio Pinzi, uno dei fondatori dell’Accademia Italiana di Permacultura. Due di queste persone si occuperanno del lavoro nell’uliveto insieme ad un ragazzo del luogo che sta per essere assunto per i vari lavori di rigenerazione

In che arco di tempo si prevede di vedere dei risultati?

Minimo 3 anni. Dobbiamo pensare che quest’uliveto di San Michele è stato a lungo semi abbandonato e il primo lavoro dopo l’acquisto negli anni 90, è stato liberare il terreno dai rovi e dagli spini che quasi seppellivano gli ulivi. Dal 2003 tutta la terra della Comunità è certificata biologica, quindi tutti i trattamenti degli ulivi sono stati minimi. Si è sospesa addirittura la concimazione perché gli ulivi sono piante molto resistenti, arrivano a vivere anche mille anni. Nel ‘65 c’è stata una famosa gelata e, anche se apparentemente molti ulivi sembravano morti, in realtà hanno poi cominciato a ricacciare nuovi fusticini di fianco al vecchio tronco: possiamo ancora vedere molti ulivi con 3-4 tronchi ed uno dei lavori dei prossimi 3 anni sarà l’eliminazione di questi tronchi in più.

Entro aprile sarà fatta la potatura rigenerativa e da lì partiranno le pratiche di rigenerazione dei suoli con tecniche e strumenti diversi che includeranno l’aumento dei nutrienti, l’utilizzo di microrganismi, di fermentati e di biochar che è un carbone vegetale che alleggerisce il suolo e ne aumenta la fertilità.

Ci sono ancora ulivi da adottare?

Visto che ci sono state ancora richieste, le adozioni sono ancora aperte per i restanti 15 ulivi (64 sono già stati adottati).

Ricordo che si adotta per un periodo minimo di 3 anni, con una donazione di 210 Euro oppure per 5 anni con 320 Euro.

Lo si può fare onLine sul sito della Comunità, compilando un facilissimo modulo che troverete al seguente indirizzo web: https://www.comunitadieticavivente.org/index.php/adotta-ulivo/

Per chiedere ulteriori informazioni, scrivete a Debora: adotta1ulivo@comunitadieticavivente.org

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