Immagine: Mappa di Matteo Ricci, Public domain, Image Database of the Kano Collection, Tohoku University LibrarMatteo Ricci, Public domain, Image Database of the Kano Collection, Tohoku University Library – Fonte: Wikipedia
Matteo Ricci visse in un’epoca di profondi cambiamenti culturali e di grandi aperture intellettuali, in cui si andavano delineando i primi passi della scienza moderna. Nato a Macerata il 6 ottobre 1552, primogenito di una numerosa famiglia della piccola nobiltà maceratese, fin da giovane manifesta una precoce vocazione religiosa. Studia prima sotto la guida di un sacerdote e poi, a Roma, giurisprudenza presso la Università Gesuita. Ancor prima di aver completato i tre anni di studi prende la decisione di entrare nell’ordine dei Gesuiti. Per i Gesuiti il sapere era fondamentale, era un’arma da affilare con cura e usare a difesa della chiesa. Per questo lo studio delle materie scientifiche era parte integrante della preparazione: astronomia, musica, arte e matematica, considerata importante anche a fini teologici. Studia anche cartografia e geografia. Gli insegnamenti impartiti dal collegio romano non erano solo teorici ma, avevano un risvolto applicativo pratico: si costruivano gli strumenti di cui si aveva bisogno per studiare ed illustrare i fenomeni naturali.
Impara quindi a costruire” globi” che riproducevano la volta del cielo e la superficie della terra sopra una sfera, a disegnare carte geografiche e a usare l’astrolabio. Apprende i principi di funzionamento e le tecniche di costruzione degli orologi solari e di quelli meccanici. Tutto ciò sarebbe stato fondamentale per il suo lavoro di missionario.
All’età di 28 anni si imbarca per l’oriente. Viaggiare per mare, all’epoca, era non solo faticoso, malsano ma anche altamente rischioso (mesi di navigazione, condizioni igieniche precarie, sovraffollamento, cibi e acqua avariati, pericoli di naufragio, attacchi da parte dei pirati, fragilità delle imbarcazioni e difficoltà per tracciare la rotta); tutte situazioni che non davano sicurezza di poter raggiungere la meta. Sosta 2 anni a Coimbra e all’età di 30 anni gli viene impartito l’ordine di recarsi a Macao per studiare il cinese e prepararsi ad entrare in Cina. Dopo un anno, finalmente, entra nel Celeste Impero con l’intento di avvicinarsi gradualmente a Pechino e giungere dall’imperatore per convertirlo, permettendo cosi, una rapida diffusione del cristianesimo. Invece la strada fu lunga , difficoltosa, piena di ostacoli ed insidie, tradimenti e persecuzioni. Ma lui non si scoraggiò mai e restò sempre focalizzato nel suo proposito.
Una volta a contatto con la cultura cinese, si dedica completamente a trovare una modalità per entrare in relazione profonda con quella cultura e trovare una strategia utile ad inseminarvi la religione cristiana. Per entrare in Cina, deve vestirsi da monaco buddista. Dopo alcuni anni, per intervento di un alto funzionario imperiale, vicepresidente del ministero della guerra, che aveva bisogno che Ricci si prendesse cura della preparazione del figlio, riesce ad ottenere di potersi trasferire a Nanchino. Qui dismette gli abiti di bonzo e si presenta vestito da letterato.
Visita l’osservatorio astronomico e costruisce strumenti per questo. Insegna ai principali matematici della città e da qui si trasferisce a Pechino. In tale occasione fa pervenire all’imperatore un grande orologio meccanico, uno piccolo da tavola, e un clavicembalo. L’imperatore apprezza i doni ed eleva Ricci al grado di mandarino, mantenendolo coi suoi compagni, a spese dell’erario, all’interno della Città Proibita. Ma non si incontreranno mai.
Matteo Ricci vede le affinità tra Cristianesimo e Confucianesimo (che non è una vera e propria religione, ma contiene prescrizioni per vivere in maniera etica ed in armonia con le leggi naturali e gli ordinamenti sociali). La costruzione del ponte tra due civiltà così diverse avviene attraverso l’opera di divulgazione dei principi del Vangelo, attraverso vari scritti e traduzioni in cinese e traduzioni di alcuni principi del confucianesimo dal cinese in latino. Comprende che in Cina più si fa con i libri che con le parole. Primi scritti: la traduzione in cinese dei Dieci Comandamenti, Credo, Pater, Ave e Gloria ed un Catechismo. È la prima opera occidentale stampata in Cina.
Instancabile tessitore di relazioni, soprattutto con alti funzionari, attratti dalla sua fama di uomo saggio e di cultura che andava via via crescendo, voleva convincere i suoi interlocutori che l’accettazione del cristianesimo era un fatto di intelligenza, di cultura, che arrivava dalle più antiche tradizioni di saggezza e conoscenza occidentali. Sarebbero stati gli stessi potenti, una volta convertiti, a facilitare la cristianizzazione, il popolo avrebbe seguito. La fama di persona saggia e colta andava aumentando anche perché, avendo una solida preparazione scientifica, arrivava a dimostrare ciò che asseriva. I cinesi erano molto attratti dalle sue argomentazioni e dagli strumenti che costruiva, soprattutto dai globi (mappamondi) dove rappresentava anche le caratteristiche dei popoli, della flora e della fauna, degli altri continenti. Attraverso questi scambi ha contribuito ad aprire la Cina,- terra pur vasta e gloriosa – a guardare anche al mondo come campo ancora più vasto.
Matteo Ricci ha operato con una tensione continua verso la conciliazione tra una società basata su tradizioni millenarie con dottrine etiche e la visione della vita derivante dal vangelo e dalla teologia cristiana. Considerava l’amicizia una prerogativa essenziale per il dialogo, facendo spesso riferimento alla filosofia antica come mediatrice tra morale confuciana e cristiana.
Ha anche il grande merito aver fatto conoscere alla Cina la cultura europea, coinvolgendo importanti letterati e funzionari cinesi, contribuendo ad abbattere il muro di reciproco sospetto che c’era stato fino a quel momento. Profondo conoscitore della letteratura cinese, ha messo a disposizione dell’oriente il sapere umanistico e scientifico occidentale. Ha saputo cogliere le somiglianze tra il confucianesimo e la filosofia greco-latina, e tradotto in cinese Epitteto -parafrasandone delle sequenze nell’ottica della cultura cristiana – la geometria Euclidea e, in lingua latina, alcuni testi di Confucio.
Ricci era consapevole che il dialogo con la Cina fosse una missione importante, decisiva per la diffusione del cristianesimo nel mondo. Farsi cinese tra i cinesi gli ha consentito di portare avanti l’opera di evangelizzazione dove molti avevano sperimentato un fallimento.
Il 3 maggio del 1610 si mette a letto ed annuncia la propria fine. Muore l’11 maggio, con il rimpianto di non aver potuto convertire l’imperatore, ma con la chiara coscienza di aver gettato le basi per una solida relazione tra due mondi che fino ad allora si ignoravano.
L’imperatore, con un decreto mai prima registrato nella storia, assegna il permesso di sepoltura per uno straniero in terra cinese.
