È la forza vitale che va cercata e alimentata costantemente dentro di noi perché fa crescere le ali al nostro spirito e rappresenta la fucina indistruttibile del cuore del mondo dove gli ostacoli della vita si trasformano in impegno.

 

Era arrivato l’inverno e la comunità si apprestava ad affrontare prove particolari: si era chiuso un primo settenario di attività e se ne apriva un altro denso di iniziative e di crescenti impegni. Il gruppo, sostanzialmente unito, conteneva le piccole crisi che affioravano nelle singole personalità cementandole con un accresciuto spirito di fratellanza; eppure un sottile senso di smarrimento sembrava talvolta insinuarsi nell’animo di alcuni tra i membri più sensibili all’incedere degli eventi.

Fu per questo che Cesare decise di andare a trovare Hermes, l’amico dei momenti difficili; e in un’alba fredda e nebbiosa prese a salire verso il rifugio solitario dove sapeva lo avrebbe trovato. Fu costretto a bussare più volte prima che Hermes, intento a meditare, gli dicesse di entrare, invitandolo con un amichevole: Vieni a sederti accanto a me, davanti al fuoco.

Cesare, sorpreso per essere stato riconosciuto ancor prima di essere visto, entrò dicendo: Sono venuto a disturbarti senza sapere cosa chiederti di preciso…

Hermes: Nessun disturbo da chi ha bisogno di ritrovare un pò d’entusiasmo, perché credo sia questo il motivo della tua visita.

Cesare, quasi riflettendo ad alta voce, confermò: Non ci avevo pensato prima, ma è proprio la qualità che in questo momento è più carente nel nostro gruppo.

Hermes, fissando un grosso ciocco che ardeva nel focolare, disse: Non c’è da meravigliarsi, visto che l’entusiasmo è un elisir molto raro che nasce solo nel profondo del cuore di chi ha intuito il senso del servizio verso il mondo. È paragonabile a un sottile fuoco che riesce a purificare e a rendere produttiva qualsiasi iniziativa, tanto che possiamo affermare che esso rappresenta una fonte inesauribile di energia, anche se attualmente poco usuale nella nostra società, troppo egocentrata e depressa per attingere a tale tesoro. Infatti tutti noi, pur apprezzandone teoricamente il valore, non utilizziamo l’entusiasmo con la continuità e la consapevolezza necessaria, considerandolo per quello che realmente è: il vero carburante del Pianeta, la sola fiamma che crea il futuro della vita. Basta guardare come vive chi ne è privo: di solito vegeta senza creatività e senza domani, appiattito nelle abitudini e nei condizionamenti quotidiani, guidato dalla sola forza d’inerzia di un passato senza speranza. Al contrario, chi vive con entusiasmo è “ispirato in Dio”, dall’etimologia del termine, e agisce con un’intensità e una potenza fuori della norma, spinto da quella carica particolare che da sempre rappresenta il nutrimento segreto dei grandi creativi.

L’entusiasmo è una luce piena di splendore, in grado di rischiarare il grigiore del mondo e di fare apparire noi piccoli uomini come degli eroi ricoperti da un’armatura invincibile di fronte alle avversità quotidiane. Se volessimo analizzare in senso occulto questa qualità – proseguì Hermes – scopriremmo che essa non è altro che la spinta dell’anima che ci porta a fronteggiare qualsiasi difficoltà, che ci fa risorgere dopo ogni sconfitta, che ci conduce inesorabilmente ad affrontare con fiducia il futuro.

È la forza vitale che va cercata e alimentata costantemente dentro di noi perché fa crescere le ali al nostro spirito e rappresenta la fucina indistruttibile del cuore del mondo dove gli ostacoli della vita si trasformano in impegno.

Cesare, affascinato dal fervore del discorso, intervenne sorridendo: Devi però convenire che fuori di qui non ci sono molte occasioni dove attivare questo sentimento…

Ma Hermes lo interruppe subito: Questo è il solito discorso di voler cercare “fuori” quello che dobbiamo sviluppare “dentro”. È nella nostra coscienza che dobbiamo migliorare la qualità della vita umana mano a mano che la nostra comprensione aumenta e siamo in grado di intuire i modelli utili all’evoluzione. Se tu, per esempio, sarai capace di evocare l’entusiasmo dentro di te e trasmetterlo al gruppo della Comunità, ti accorgerai che una nuova linfa aprirà insoliti canali creativi e rigenererà energie sopite dalla ripetizione e dall’indifferenza, quando non addirittura spente dallo scoramento e dalla sfiducia. Questo sentimento, infatti, eleva interiormente chi è capace di attivarlo in sè, rendendo possibili azioni prima impensabili. Per questo dovrebbe essere l’atteggiamento psicologico della vita in comune, avendo inoltre, come effetto collettivo, quello di rompere qualsiasi isolamento e, sradicando paura e diffidenza, favorire l’integrazione e l’unione. Questo avviene perché l’entusiasmo è una forza coesiva che nasce nella parte più profonda di ogni essere umano in cui simbolicamente risiede il “fuoco della vita”, cioè quell’energia speciale capace di unire ciò che è diviso e di fondere ciò che è già unito. È un’azione cementante che non conosce limiti e opera segretamente nella coscienza umana, potenziandone il pensiero creativo, l’unico in grado di sollevarci dalle abitudini e dalla mediocrità. A ben riflettere, tutte le imprese migliori sono state concepite sotto la sua spinta ed è difficile trovare opere degne di menzione nate dalla depressione e dal pessimismo: è infatti l’entusiasmo che attiva i germogli della vita facendoli crescere e trasformandoli in frutti. È l’entusiasmo che cambia le idee in ideali, facendo fiorire negli animi aspirazioni di rinnovamento e di grandezza, e che dà senso anche al dolore e alla sofferenza in una prospettiva di continua crescita, allontanando nello stesso tempo l’ombra del male e della corruzione. Dovremmo, perciò, farcene paladini, invitando specialmente i giovani a perseguirlo come un obiettivo fondamentale della loro esperienza, come una qualità facilitante il raggiungimento di qualsiasi meta.

Cesare intervenne: Se è vero quello che tu dici, e io sono perfettamente d’accordo con te, come mai non si fa niente per diffondere un sentimento così prezioso?

Hermes: Perché questo sentimento capace di infiammare e trascinare nasce soltanto negli animi liberi e non alberga nel cuore di chi vive come uno schiavo, legato ai condizionamenti e alle proibizioni, in un perenne stato di rinuncia e di frustrazione. Potresti mai immaginare un uomo piegato sotto le contraddizioni e i complessi di colpa pensare e agire con entusiasmo? No, è solo nelle coscienze libere, animate dalla fede verso la vita e dal coraggio della testimonianza, che questa dote interiore si manifesta come un elemento trainante verso il successo. D’altra parte riconosco che non è facile estrarre questa qualità dalla coscienza, specialmente quando si è immersi nello psichismo collettivo impregnato di pessimismo e di irritazione…

Cesare, cogliendo il momento, disse: Non puoi indicarci come attingere dentro di noi a questa fonte di inestimabile valore?

Hermes restò qualche attimo in silenzio, e quindi, sorridendo, rispose: Non è una “ricetta” facile, ma cercherò ugualmente di suggerirti l’atteggiamento interiore più idoneo per rendere l’entusiasmo un ospite fisso del nostro animo: prima di tutto è necessario rompere le catene della pigrizia e della meschinità che spesso vi dimorano a nostra insaputa. È dal loro sudiciume, infatti, che nascono i parassiti dell’attaccamento e del dubbio che da soli riescono a corrompere le migliori intenzioni. Bisogna quindi dissolvere ogni tipo di paura e questo è possibile accettando che il vento del rinnovamento soffi con decisione sulla cenere della nostra vita, per riaccendere la brace nascosta sotto la coltre dell’indifferenza e dello scetticismo. È cercando l’ispirazione nel vissuto quotidiano che la scintilla dell’entusiasmo comincia ad apparire, per poi potenziarsi nello slancio delle aspirazioni e dei desideri superiori. Soltanto accogliendo l’idea che la vita, ovunque si manifesti, è in realtà un’unica fiamma operante per il perfezionamento del mondo, saremo in grado di comprendere le opportunità per servire. E, solo allora, il vero entusiasmo apparirà dentro di noi come forza attiva e costante.

Cesare: Comunque il concetto di servizio non è così semplice da comprendere…

Lo so – riprese Hermes – che non è facile trovare la strada giusta per questo compito, anche se la nota dominante è l’impegno a trasformare il beneficio personale in vantaggio collettivo, come in ogni tempo insegnano i grandi filantropi che hanno fatto dell’altruismo la propria bandiera. Nel servizio bisogna procedere attivando l’intuizione, frutto della libertà interiore, e rendere operante l’amore per il futuro, da cui originano le grandi imprese, le uniche degne di entusiasmo. Quando parlo di grandi imprese – soggiunse Hermes – non mi riferisco alla risonanza che esse hanno per la società, ma alla loro capacità di migliorare, in qualche campo, la qualità della vita: questo è possibile quando riusciamo a elevare la coscienza nella luce dello spirito, la sola dimensione dove si possono percepire i nuovi modelli dell’esistenza.

Cesare, perplesso, osservò: Stavo pensando, però, che questo discorso non è facile da accettare quando si è immersi nei problemi della personalità e d’altra parte io credo che l’entusiasmo possa essere evocato anche nelle piccole cose quotidiane e da animi semplici, non certo in contatto consapevole con realtà trascendenti.

Hermes, con tono rassicurante, rispose: È vero, ogni situazione della vita e ogni coscienza umana può attivare dentro di sé questa sottile e superiore vibrazione; anzi è bene impregnare di questa qualità ogni nostro vissuto, indipendentemente dall’inevitabile alternarsi degli eventi. Volendo usare un’immagine, mi piace pensare all’entusiasmo come al magma di un vulcano che giace invisibile nelle viscere della terra fino a che una forza misteriosa non lo spinge a rivelarsi in tutta la sua potenza: così, nell’uomo, la presa di coscienza della propria missione planetaria libera quella fiamma segreta e indistruttibile che tutto pervade e trasforma.

Con il cuore saldo, aperto al mondo intero, impariamo a diventare forti e scopriamo il vero senso del vivere: non resta poi che purificare le aspirazioni e renderle impersonali, per abbracciare con slancio la Grande Vita Una.

Tacquero insieme, accomunati dagli stessi pensieri… Il tramonto era imminente e lungo la strada del ritorno Cesare abbracciò l’amico mascherando un po’ di commozione; mentre s’incamminava verso la porta, si voltò a guardarlo ancora una volta e lo vide, assorto, sistemare della legna nel focolare. Pensò, allora, allo strano rapporto che lo legava a quell’uomo senza tempo di cui tanto apprezzava il suo “vedere oltre”, ma di cui in fondo non conosceva quasi niente. Si chiese quando lo avrebbe rivisto, dal momento che lo sentiva un po’ restio a lasciare il proprio eremitaggio: forse, si disse, la sua coscienza lo sta portando verso nuove mete… Questo pensiero lo accompagnò lungo tutto il tragitto, fino alla Comunità avvolgendolo in un tenue velo di tristezza, e fu soltanto mentre era seduto a cena con i compagni del gruppo che gli tornarono alla mente le parole di Hermes e si sentì invadere da un’irrefrenabile onda d’entusiasmo. Allora, gli parve di intravedere, dietro il vetro appannato di una finestra, il volto sorridente dell’amico che ammiccava benevolo.

 

Sergio Bartoli
In: “Poggio del Fuoco” – Quaderno della Comunità di Psicosintesi di Città della Pieve
N. 9 – “L’Entusiasmo” (gennaio 1992)