CoCome Come aiutare il mondo oggi? Credo di non sbagliare se suppongo che, di fronte alle notizie che ci arrivano dal mondo, questa domanda abbia fatto capolino tra i nostri pensieri.
Se avevamo trovato un nostro modo di contribuire allo sviluppo dell’umanità e del Pianeta, lo stato di emergenza mondiale attuale ha probabilmente stimolato ulteriori riflessioni sul nostro servizio e forse anche non pochi dubbi. “Ciò che faccio oggi è sufficiente? Non è che mi faccia comodo restare nel mio spazio di servizio ben protetto dai drammi di altri popoli? Se la situazione esterna è tanto cambiata rispetto a pochi anni fa, sarebbe giusto che anche il mio modo di contribuire cambiasse?”. So che questi interrogativi si sono affacciati nella mente di molti di noi.
“Stato di emergenza”: mentre scrivevo queste parole, mi saltava agli occhi anche l’altro significato di “emergenza” che non è sinonimo di urgenza ma di un vero e proprio “emergere”, cioè salire in superficie, venire alla luce del sole. Ecco, siamo in un tempo di emergenza in entrambi i sensi: emergenza ed Emergenza.
Tale doppia emergenza ci porta a riflettere sul senso e il valore del nostro contributo alla collettività, e ciò è un bene. Perché il nostro servizio deve crescere con noi, insieme all’espansione della coscienza, ma anche essere sintonico con i tempi e con lo stato della coscienza collettiva: sarebbe un controsenso occuparsi del Bene Comune e non chiedersi quale sia questo Bene in quanto collegato a ciò che accade intorno a noi. Se così fosse vorrebbe dire che stiamo portando avanti un tipo di servizio o di contributo che ha valore solo per noi, sganciato da quella collettività a cui vorremmo essere utili.
Un punto certo e fondamentale per ogni servitore è la ricerca di consapevolezza: che questa sia stabile e costante in ogni circostanza, che possa solo intensificarsi nel tempo, mai ridursi. Si tratta di consapevolezza di sé innanzitutto, dello stato dei propri corpi, dei processi di trasformazione che sono in atto, dei propri valori e obbiettivi, e anche della specificità del proprio servizio. Una consapevolezza che risponda anche alle domande: “Che cosa ho di meglio da dare? Che cosa posso offrire al mondo che sia ciò che di più utile dispongo?”.
Le risposte a queste domande di certo porterebbero allo scoperto l’ampia gamma di diversità interindividuali: ognuno ha le proprie peculiarità, basate sui talenti personali ma anche sullo stile del proprio servizio e sul piano su cui esso può svolgersi.
Se guardiamo alle file di coloro, per fortuna tanti, che cercano di prestare la loro opera nelle difficoltà del mondo d’oggi, possiamo collocarli secondo modi diversi di contribuire:
- Coloro che si contrappongono concretamente alle ingiustizie attraverso manifestazioni di protesta e lotta aperta, talvolta anche rischiando la propria vita
- Coloro che si rimboccano le maniche e cercano di rispondere ai bisogni immediati delle persone e dei popoli, facendo del loro meglio per sostenerne la sopravvivenza con tutti i loro mezzi, procurando cure, cibo, protezione
- Coloro che restano in disparte e non si coinvolgono direttamente, ma coltivano una compassione che talvolta si esprime con donazioni e contributi indiretti
- Coloro che restano apparentemente più distaccati ma sostanzialmente non indifferenti e che cercano di contribuire con un atteggiamento interiore equilibrato, che non si fanno travolgere dagli effetti ma si interrogano sulle cause profonde di ciò che accade, dove profonde sta a significare al di là dell’evidenza più ovvia.
- Coloro che si fanno molto attivi sul piano interiore e sottile, accelerando il loro progresso con spirito di sacrificio per amore di quest’umanità sofferente. Sanno che il vero e duraturo cambiamento sarà il frutto di una trasformazione lenta ma inesorabile della coscienza, di cui si fanno promotori per primi
- Coloro che hanno fatto della meditazione il loro strumento più potente e si dedicano a quest’azione interiore con solerzia e costanza
Certamente potremmo aggiungere altre categorie di aiuto al Bene Comune, e di certo queste stesse nella pratica non sono nettamente distinte, ma sfumano una nell’altra e i vari tipi di azione possono anche sovrapporsi in una stessa persona.
Ciò che più conta è che tutti facciamo chiarezza sui vari modi che abbiamo a disposizione e su come ognuno sia chiamato a scegliere il proprio, quello che è più consono a chi si è alle possibilità che si hanno; ma soprattutto quello che sentiamo come più risonante nel nostro cuore. Sarà proprio la profondità della scelta e la sua risonanza nel cuore ciò che renderà il nostro contributo efficace al di là della sua forma esteriore. Sarà un diligente autoesame e una successiva scelta coerente che infonderanno di autenticità e integrità il nostro contributo; e che ci aiuteranno a riconoscere e rispettare tutte le altre possibili forme e tutti coloro che le esprimono.
Proprio in momenti di emergenza come questo (sempre col doppio significato di emergenza!) è molto importante che tutte le forze volte al Bene siano unite e compatte, libere da inutili confronti e competizioni: un vero esercito composto da vari corpi, tutti in cooperazione tra loro, perché tutti utili e necessari, ognuno al suo posto e tutti insieme nella grande Battaglia!
Anzi, chi – come un po’ tutti noi – ha studiato e compreso e si è preparato da tempo, può tenere alta la consapevolezza di ciò che sta accadendo anche per chi questa consapevolezza non l’ha sviluppata.
Molti concetti che abbiamo contattato negli anni, oggi possono esserci molto utili: ad esempio il renderci conto che ciò a cui assistiamo, inclusi i personaggi pubblici che sembra tengano in mano le redini del gioco, non sono che pallidi riflessi di eventi molto più consistenti che si svolgono sul piano sottile. I fili dell’ombra operano da lì e utilizzano, come marionette, coloro che riescono ad asservire ai loro fini abbietti.
Ma da lì, dal piano sottile, operano anche Coloro che detengono i fili della luce e noi possiamo scegliere di aderire consapevolmente al loro Piano, dichiarandoci disponibili a sostenere il Loro Lavoro. Se questa scelta già una volta l’abbiamo fatta, può essere il momento buono per riconfermarla.
Altro punto importante è l’impegno a restare saldi, allineati e fiduciosi qualunque cosa accada intorno a noi: paura, sfiducia, scoramento, preoccupazione, depressione sono tra i più potenti fattori di erosione delle forze e delle energie migliori. Il “nemico” lo sa bene e sa anche come seminare questa malerba tra coloro che avrebbero l’intento di collaborare con il lato della Luce. Perciò una grossa parte del nostro contributo al trionfo del Bene è proprio quella di resistere alla tentazione di trattenere in sé questo tipo di ombre.
Come affrontare, in sintesi, questo tempo di complesse e serie congiunture?
Scegliendo con determinazione quale sia il nostro modo di contribuire e attenendoci ad esso senza dubitare; facendo sì che ogni azione esterna sia preceduta da un’azione interna precisa (pensiero orientato, meditazione…); restando saldi e fiduciosi al di là dei fatti evidenti; rinsaldando la dedizione versi Chi ci sta guidando; e anche imparando ad estrarre gioia dalle varie circostanze della vita e cercando la bellezza in tutte le sue forme.
Gioia e Bellezza sono parole d’ordine per il servitore di oggi!
E poi c’è l’unione di gruppo e tra gruppi, uno dei grandi doni di quest’epoca, baluardo di forza e di saggezza.
Articolo di Marina Bernardi