[Cerco sempre] di fare le cose con cura ma senza essere puntigliosa e di metterci Amore e non aspettative. Con Gratitudine per l’opportunità che ho di restituire quello che ricevo a mia volta.

Per me è stato sempre forte il richiamo verso il mondo del volontariato e fin dalla giovinezza ho cercato di impegnarmi in questo: lo sentivo quasi come una missione.

Poi, tanti anni fa oramai, l’educatore di una casa di accoglienza presso cui facevo volontariato, durante una discussione mi buttò là questa frase: “Ci si dovrebbe domandare le ragioni per cui fa volontariato”.

Lì per lì con lui feci finta di ignorare la frase, che in realtà mi seccò moltissimo, perché avanzava dubbi sulle mie “buone” intenzioni. Molti anni dopo cominciai a rifletterci sopra, scoprendo che la ragione per cui si fa volontariato non è sempre così onesta come pretenderemmo.

Pur riconoscendo che il risultato finale dell’attività di volontariato è utile alla collettività e l’impegno di chi fa volontariato è lodevole, mi domandavo: quali sono le tue intenzioni, i moventi reali e profondi? Forse, soddisfare dei tuoi bisogni? Le modalità che metti in atto, sono sempre accettabili? E le aspettative? Ti aspetti riconoscimenti, sotto sotto? Quanta frustrazione se questi non arrivano?

Queste le domande che per un lungo periodo mi hanno fatto interrompere l’attività continuativa di volontariato, in attesa di vederci chiaro.

Anni dopo, in Comunità, mi è stato chiesto di prestare servizio. Certo, sono passati tanti anni da quella conversazione con l’educatore e dalle mie giovaniliste posizioni di allora ma, oggi più che mai, sento l’urgenza di tenere presente quelle domande quando do la mia disponibilità. Sento la responsabilità di entrare in un equilibrio e in un’atmosfera di collaborazione e cooperazione delicatissimi… e di doverli mantenere! Per questo, per ispirarmi all’atteggiamento più giusto, posso guardare ai tanti esempi, infaticabilmente amorevoli, che trovo nei compagni di servizio.

Nel mettermi a disposizione in casale o in cucina cerco sempre di innestare la marcia della Vigilanza. Di fare le cose con cura ma senza essere puntigliosa (grande sfida, per un settimo raggio!) e di metterci Amore e non aspettative. Con Gratitudine per l’opportunità che ho di restituire quello che ricevo a mia volta e… sì, con tutta me, con tutta la Grazia che posso. Così sento che lavoro per la Bellezza e che da questo lavoro scaturisce tutt’altra gioia rispetto a tanti anni fa. Sarò più vicina al servizio che al volontariato? Lo spero!

Maria Grazia M.

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