… tutto molto personale e non ci sono percorsi di altri da assumere a prototipo, strade già scavate per non perdersi.

 

Per l’ennesima volta ieri qualcuno mi ha chiesto della scuola di guarigione che ho frequentato (vissuto) a Igeia (telefono, casa!). Un’amica naturopata, sempre interessata ed incuriosita dalle mie strane frequentazioni umbre, mi ha fatto, appunto La Domanda: ma cos’è questa scuola di guarigione?

E io, come ogni volta, sono andata in confusione perché non so cosa rispondere.

Che je dico di quei tre anni tosti e intensi in cui ho messo tutta la mia vita?

Come glieli racconto in poche ma toste e intense parole?

Come posso trasmettere e far vibrare in un altro cuore ciò che mi si è aperto dentro?

Difficile arrivare ad una sintesi: tutto molto personale e non ci sono percorsi di altri da assumere a prototipo, strade già scavate per non perdersi.

Va bene, ok, allora chiedo io: che cos’è la malattia? che cos’è la salute? che cos’è la guarigione?

Facendo queste domande mi rendo conto che molto è già stato detto e si è orecchiato su come vedere diversamente malattia, salute, guarigione e che un po’ di questi concetti mutanti vagola ormai in moltissime persone.

Ma… ciò che entra dal cervello e lì rimane, orgogliosamente accatastato e ogni tanto esibito agli amici, ha chances di incidere i nostri geni per tutte le prossime vite? Ha chances di mutare il sentire comune fino a far diventare le mutazioni patrimonio comune, ovvero dell’umanità tutta in evoluzione?

In queste righe e sempre, vorrei dire solo cose che sono cresciute dentro di me vivendo, frutto di quelle magiche e inenarrabili alchimie delle esperienze vissute in totalità: pensieri parole opere, mente corpo emozioni. Anima.
Essere come il percorso di un fiume carsico, nascosto sprofondato fra le rocce, e poi all’improvviso sbucare nella luce sul pianoro di pietra, rinascere nel sole e a braccia aperte accettare la vita tutta intera com’è: anima, mente corpo emozioni, relazioni. Guariti.
Guariti, infine, la vita come questa scuola: un laboratorio a cielo aperto, a cuore aperto, a mente aperta, da guardare con un lieve sorriso immersi nella luce del pianoro di pietra.

  Loretta Todesco