Spesso mi capita di pensare che noi esseri umani possiamo essere un super-organismo, come le formiche o le api (…). Per questo trovo importante vedere come si fanno le cose in altri luoghi: questo è il vero motivo per cui ho deciso di venire a vivere in questa comunità.

 

Kadi Sink – Estone, è approdata in comunità ad agosto, tramite il Servizio Volontario Europeo (SVE), e da allora vive con noi l’esperienza semplice ma non sempre facile della “vita di comunità”.

Penso che gli esseri umani, per lo meno la maggioranza, abbiano bisogno di sentirsi appartenenti a qualche comunità. Più semplicemente, noi abbiamo bisogno di relazioni, di una rete in cui possiamo apertamente condividere le nostre opinioni e valori. E questo non soltanto per giustificare l’illusione della separazione: che si tratti di risolvere problemi o mirare a un obiettivo comune, è molto più facile se si fa insieme. La nostra voce si sente meglio quando collaboriamo. E appartiene alla tendenza umana alla comunità l’accrescere coscientemente e migliorare l’ambiente sociale e naturale. Così, come individui, ci assumiamo la responsabilità e diamo senso alle nostre vite.

Nel pianeta vivono 7,5 miliardi di persone, tutte connesse nell’esperienza del vivere. Spesso mi capita di pensare che noi esseri umani possiamo essere un super-organismo, come le formiche o le api – almeno, non è stato scientificamente dimostrato che non lo siamo. Per questo trovo importante vedere come si fanno le cose in altri luoghi: questo è il vero motivo per cui ho deciso di venire a vivere in questa comunità. Per osservare cose al di fuori del mio “solito modo di essere” e per adottarne alcune che mi facciano crescere. Penso che le comunità, con gli spazi condivisi, possano rappresentare anche una soluzione ai cambiamenti climatici. È risaputo che l’impronta lasciata da un abitante di un eco-villaggio è più piccola di quella lasciata da una persona qualsiasi. Per questo, l’opportunità di vivere in un posto come questo è per me molto importante. Ditemi, chi ha davvero bisogno di una lavatrice personale!?

Un’altra cosa che davvero mi piace molto in questa comunità è vedere come le persone lavorano insieme e si sforzano di aiutarsi l’una con l’altra. Penso che nelle nostre vite il lavoro sia inevitabile e renda il vivere possibile. Ma spesso lavoriamo per il denaro e lo status sociale, ed è comprensibile che sia così, per la necessità di cibo e comodità nel nostro sistema. Ma il lavoro può comprendere molte più dimensioni, può stimolare finalità alle nostre vite e fornire loro significato. Attraverso il lavoro possiamo cambiare molto; e il lavoro non costituisce un problema quando è condiviso e quando il risultato viene riconosciuto.

Ma non cresciamo soltanto attraverso lo studio e il lavoro: cresciamo anche nei momenti di svago. Noi miglioriamo quando creiamo, suoniamo, cantiamo e danziamo insieme. Credo sia importante avere tempo libero per celebrare la vita e tutto quello che abbiamo. Non è una perdita di tempo incontrare gente: guardare gli altri negli occhi, ascoltare le loro storie e accettarli per come sono. So bene che la mia generazione, i giovani, è considerata “pigra”, più propensa a giocare che a lavorare.  Non sono d’accordo. Credo invece che il nostro dovere sia quello di controbilanciare il duro lavoro compiuto nel passato, dimostrando che le cose si possono fare anche in modo alternativo.

Probabilmente nessuno avrà da obiettare sul fatto che esistono molte personalità diverse e diverse modalità di fare le cose; ma non possiamo certo affermare che un modo di essere o di agire sia migliore di un altro. Certo, alcuni modi possono essere più veloci, più efficaci etc., ma le etichette “bene”, ”male” e ”meglio” sono sempre soggettive. Allora l’obiettivo (il motivo per cui si fanno le cose) diventa davvero importante; si libra al di sopra di tutto. Sono davvero grata per l’opportunità di vedere questa comunità come un esempio vivente di tale pensiero. Spero profondamente che essa – così ricca di potenzialità – continui a crescere adattandosi ai nuovi valori, molti dei quali in costante cambiamento.

Ogni anima ha profonda urgenza di essere testimoniata. Ma a volte le persone a noi più vicine sono troppo prese dalla propria vita, che non riusciamo catturare la loro attenzione. E allora succede che invece di esprimere i nostri autentici bisogni, mostriamo con aggressività la nostra insoddisfazione. Così, facilmente perdiamo la speranza nel prossimo e ci carichiamo sulle spalle il peso delle nostre vite complicate, dimenticando che il mondo è grande e abbiamo molte soluzioni da scegliere.

Le comunità come questa di Etica Vivente ci aiutano a ricordarlo, e apprezzarlo!

 

Kadi Sink