All’inizio si può aderire al servizio anche ricorrendo alla tecnica dell’agire come se, che è un espediente valido, in attesa del contatto con l’anima, per attivare l’autodisciplina e la capacità di diventare ciò che si desidera.

 

 

Il primo obiettivo del Servizio è quello di condurre la coscienza dell’uomo, una volta integrata nell’io personale, a quell’ampliamento di valori e di modelli rappresentato dall’esperienza della coscienza di gruppo.

Quest’esperienza non è possibile fino a che non sia sfumata l’identità personale nelle sue varie componenti (subpersonalità, ruoli, funzioni, auto-immagini…). Tale situazione è bene espressa e risolta dalla Psicosintesi con l’esercizio della disidentificazione, che promuove, nello stesso, tempo il graduale processo di auto-identificazione, e cioè la scoperta della propria anima, che a sua volta è coscienza di gruppo.

All’inizio si può aderire al servizio anche ricorrendo alla tecnica dell’agire come se, che è un espediente valido, in attesa del contatto con l’anima, per attivare l’autodisciplina e la capacità di diventare ciò che si desidera.

Un secondo obiettivo del Servizio è quello di “reclutare” un numero sempre crescente di uomini ispirati e consapevoli, per “dare una mano” al grande sforzo Gerarchico in atto sulla Terra, al fine di ri-allinearla con il suo destino evolutivo.

Si tratta di realizzare un Piano, predisposto nella strategia globale e dettagliato in campi specifici di applicazione, per cui è necessaria la cooperazione di uomini sensibili e consapevoli di queste necessità. Il Piano può essere contattato attraverso la meditazione, che permette alla coscienza di divenire ricettiva alle “impressioni” della Gerarchia spirituale. Con la meditazione si è in grado di attivare quella funzione prettamente spirituale che è l’intuizione, che crea un canale tra il mondo della personalità e la vita della coscienza superiore. Pertanto, la tecnica della medi­tazione è da considerarsi, per il vero aspirante, complementare a quella del servizio.

Questo chiarisce meglio l’idea di servizio, cioè del mettersi a disposizione di qualcuno o di qualcosa di cui si può essere solo parzialmente consapevoli, affidandosi a un rapporto di fiducia verso la guida, accettandone nello stesso tempo la responsabilità gerarchica. Questa osservazione è necessaria per non cadere nell’illusione, tanto diffusa negli aspiranti, di poter decidere da sé il piano del Servizio. E bene, invece, evidenziare che si tratta di applicare e rendere esecutivo un progetto già formulato, dove l’autonomia personale è limitata alle modalità e ai tempi di esecuzione. È, inoltre, indispensabile ricordare che la partecipazione al servizio avviene sempre tramite l’adesione a un gruppo che sentiamo affine e di cui sentiamo di fare parte integrante. Nella psicologia esoterica si afferma:

“La Scienza del Servizio deriva in modo naturale e normale dall’applicazione corretta delle altre due, la Scienza della Meditazione e la Scienza dell’Anthakarana. Mentre procede il collegamento fra anima e personalità e la conoscenza del piano e della luce dell’anima si riversa nella coscienza cerebrale, ne risulta di norma la subordinazione di ciò che è inferiore al superiore.

L’identificazione con i piani e i propositi di gruppo è attributo naturale dell’anima e, mentre è in fase di attuazione sui livelli mentali ed egoici, si produce un’attività corrispondente nella vita personale, cui diamo il nome di Servizio. Esso è la vera scienza della creazione ed è il metodo scientifico per stabilire la continuità”.

Tratto da:

Il Servizio
La via maestra per la realizzazione spirituale
ed. Comunità di Etica Vivente
pp. 13-15.