E che fai, te ne privi?

Da quando Lorenzo ha un salvadanaio, mette via con regolarità la sua quota parte di contributo alle spese familiari per la partecipazione alle attività di Urusvati, che frequenta da quando andava ancora all’asilo e che considera quasi come casa sua.

Lori vive a Valle del Sole da quando è nato, 15 anni fa, e questo certamente spiega in parte quanto affermato sopra. L’altra parte della ragione di una così forte affezione per quel luogo e le sue attività è data dal fatto che Urusvati lo ha formato, ed è in buona parte responsabile della sua modalità di approccio alla vita.

Chi conosce il ragazzo sa che è una creatura solare, sempre positiva, disponibile e profondamente generosa. A sua madre, che sta scrivendo, piacerebbe dire che questo è tutto merito suo e del papà, ma non sarebbe cosa vera. Lorenzo mostra, come molti altri giovani “urusvatiani” ormai adulti, i segni di un “assorbimento inconscio” di quei valori che rendono la persona naturalmente positiva, aperta alla vita e alla relazione con gli altri. Questi giovani, ognuno con la sua nota specifica, portano la bandiera di un futuro dove il buon senso e l’armonia si intrecciano all’intraprendenza e al coraggio.

Con un pochino di rammarico, faccio presente che le occasioni di frequentare Urusvati, per Lori ormai adolescente, sono diminuite parecchio; anche perché è difficile, durante l’anno, arrivare al numero necessario di partecipanti per fare partire un week-end di attività. Ma l’assidua frequentazione nel momento magico della formazione del carattere, ovvero quello tra i cinque e i dodici anni, sta dando i suoi frutti e come genitore non posso che provare gratitudine nei confronti del gruppo degli educatori che, con dedizione e costante impegno, da anni offrono tempo, competenza e amore a questo importante settore della vita della Comunità.

E allora, come dice Lorenzo: << … e che fai, te ne privi?! >>

M.Concetta C.